Racconti per il cuore


     


...Eppure, 
anche quando l'uomo avrà raggiunto i confini dell'universo, 
ci sarà sempre qualcosa di inesplorato, 
un punto che resterà sempre un mistero inviolabile:
il Cuore umano.  





"Ho capito quanto sia pieno di insidie il termine "aiutare". 
C'è così tanta falsa coscienza, 
se non addirittura esibizione nel volere a tutti i costi aiutare gli altri 
che se, per caso, mi capitasse di fare del bene a qualcuno, 
mi sentirei più pulito se potessi dire: 
"Non l'ho fatto apposta!"
Forse solo così tra la parola "aiutare" e la parola "vivere" 
non ci sarebbe più nessuna differenza."  
Giorgio Gaber 
 
Quali che siano gli abagli che dovrai fare, non aver paura di averli fatti, o di farne altri ancora.
Abbi fiducia nel tuo cuore, che è buono, e ti guiderà bene, e va' dritto avanti, non ti fermare.
Se cadrai per colpa degli altri, o anche per colpa tua, rialzati e non ti voltare indietro.
Molte volte riderai e molte volte piangerai, ma sempre riderai e piangerai insieme.
Non ti capiterà mai in vita tua un momento d'essere malvagio o dispettoso o meschino. 
Queste cose saranno al di sotto di te: troppo piccole per la prontezza del tuo spirito, 
troppo insignificanti per entrare nel tuo modo di vedere le cose.
INDICE


La malattia 
Venti dollari
Un bicchiere di latte 
Il miracolo  
Il burrone
I giorni perduti
Cose che non si recuperano
Ferite
I due vasi 
Il nemico
L'ultimo viaggio
Il posto del cuore
La lista 
L'amore della mamma
                                          

 
La malattia
Lui era un omone robusto, dalla voce tonante e i modi bruschi.
Lei era una donna dolce e delicata. Si erano sposati.
Lui non le faceva mancare nulla, lei accudiva la casa ed educava i figli.
I figli crebbero, si sposarono, se ne andarono. Una storia come tante. Ma, quando
tutti i figli furono sistemati, la donna perse il sorriso, divenne sempre più
esile, non riusciva più a mangiare e in breve non si alzò più dal letto.
Preoccupato, il marito la fece ricoverare in ospedale. Vennero al suo capezzale
medici e specialisti famosi. Nessuno riusciva a scoprire il genere di malattia.
Scuotevano la testa e dicevano: “Mah!”.
 ... L’ultimo specialista prese da parte l’omone e gli disse: 
“Direi semplicemente che sua moglie non ha più voglia di vivere!”.
Senza dire una parola, l’omone si sedette accanto al letto della moglie e le prese
la mano. Una manina sottile che scomparve nella manona dell’uomo.
Poi, con la sua voce tonante, disse deciso: “Tu non morirai!”. 
“Perché?”, chiese lei, in un soffio lieve. 
“Perché io ho bisogno di te!”. 
“E perché non me l’hai detto prima?”.
Da quel momento la donna cominciò a migliorare. E oggi sta benissimo. 
Mentre medici e specialisti continuano a chiedersi che razza di malattia avesse e quale
straordinaria medicina l’avesse fatta guarire così in fretta. 
Non aspettare mai domani per dire a qualcuno che l’ami. Fallo subito.
Non pensare: “Ma mia madre, mio figlio, mia moglie lo sa già”. 
Forse lo sa. 
Ma tu ti stancheresti mai di sentirtelo ripetere? 
Non guardare l’ora, prendi il telefono: “Sono io, voglio dirti che ti voglio bene”.
Stringi la mano della persona che ami e dillo: 
“Ho bisogno di te! Ti voglio bene, ti voglio bene, ti voglio bene”. 
L’amore è la vita. 
Vi è una terra dei morti e una terra dei vivi. 
Chi li distingue è l’amore!   
 
...Non è che per amare si ha bisogno di grandi gesti,
di poesie e canzoni d'amore, di frasi scritte sull'asfalto
o sui cavalcavia.. di anelli e preziosi e promesse a cuore in mano....
Si ama semplicemente , anche in silenzio..
anche al buio, anche a distanza, anche in attesa che maturino tempi migliori...
Si ama nel luccichio di due occhi malinconici,
si ama nel sorriso a metà di due labbra chiuse e strette,
si ama nel brivido di due mani che sfiorandosi tremano d'emozione..
Si ama!.. ed è straordinario che succeda e basta!
 
 
                             
 
Venti dollari
 
Un uomo arrivò tardi dal lavoro, stanco ed irritato, il suo bambino di 6 anni lo aspettava all'uscio.
Il bambino disse: " papà, posso farti una domanda?"
"Si sicuramente, cosa vuoi? " rispose l'uomo.
" Papà, quanti soldi guadagni all'ora? "
" Questi non sono affari tuoi! Cosa ti prende per farmi questa domanda?" disse l'uomo arrabbiato.
" Voglio solo sapere. Per favore dimmelo, quanto guadagni all'ora? " Ripeté il bambino.
"Se devi saperlo, io guadagno 20 dollari all'ora. "
" Oh, " replicò il bambino abbassando la testa e guardando ancora verso l'alto, disse, 
" Papà, per favore puoi prestarmi 10 dollari?"
Il padre era furioso. 
" Se la sola ragione che tu vuoi sapere quanto guadagno per ogni ora del mio lavoro è solo 
perché vuoi che ti faccia un un prestito per permetterti di comprarti un giocattolo insignificante 
o qualche altra cosa inutile, vai nella tua camera e mettiti a letto. 
Io lavoro duramente per molte ore ogni giorno e non ho tempo per queste bambinate."
Il piccolo bambino andò silenziosamente nella sua camera e chiuse la porta.
L'uomo si sedette e cominciò ad arrabbiarsi ancora di più a causa della domanda del ragazzino. 
Come si permette di fare tale domanda solo per avere dei soldi.
Dopo circa un'ora, l'uomo si calmò, e cominciò a pensare che forse era stato un po’ duro con suo figlio. 
Forse aveva veramente bisogno di quei dieci dollari per comprarsi qualcosa
d'importante, dopotutto non chiedeva spesso soldi. 
L'uomo andò alla porta del bambino, ed entrò nella camera. 
" Dormi tu figlio mio? " domandò.
" No papà, sono sveglio," rispose il ragazzo.
"Stavo pensando che forse sono stato troppo duro con te, " disse l'uomo, 
" ho avuto una giornata faticosa, e sono stato severo con te. Ecco i 10 dollari che mi hai chiesto."
Il piccolo ragazzo si sedette in una posizione retta, e raggiante disse:
"Oh, grazie papà! " gridò. 
Poi, cercando sotto il guanciale, tirò fuori alcuni altri biglietti sgualciti. 
L'uomo vedendo che il bambino aveva già dei soldi, cominciò ad arrabbiarsi ancora una volta. 
Il bambino contò lentamente i suoi soldi, dopo guardò l'uomo in faccia.
"Perché mi hai chiesto dei soldi se tu ne hai già? " disse il padre borbottando.
"Perché non ne avevo abbastanza, ma adesso ce l'ho " replicò il bambino. " 
Papà, adesso ho 20 dollari…. Posso comprare un'ora del tuo tempo? "
 
 
                                         
 
Un bicchiere di latte 

Un giorno un ragazzo povero, che per pagare i suoi studi vendeva beni di porta in porta, si accorse che gli era rimasta solamente una monetina da dieci centesimi, e aveva fame. Così decise di chiedere da mangiare alla prossima casa. Ma si smontò subito quando vide che ad aprire la porta era una giovane donna. Invece di un pasto, gli riuscì solo di chiedere un bicchier d'acqua. Lei però lo vide così affamato che pensò di portargli un bicchierone di latte. Lo bevve lentamente e poi chiese: "Quanto le devo?" "Non mi deve niente - rispose lei - Mamma ci ha insegnato a non accettare mai compensi per una gentilezza". Lui disse: "Allora la ringrazio di cuore". Quando Howard Kelly lasciò quella casa, non si sentiva più forte solo fisicamente, ma anche la sua fede in Dio e nell'uomo si erano rafforzate. Poco prima era stato quasi sul punto di lasciarsi andare...
Anni dopo, quella giovane donna si ammalò gravemente. I dottori locali non sapevano come cavarsela e alla fine la mandarono nella grande città, perché degli specialisti studiassero la sua malattia rara. Anche il Dott. Howard Kelly fu chiamato per un consulto, e quando sentì il nome della città da cui proveniva, una luce strana riempì i suoi occhi. Immediatamente si levò e corse giù verso la sua camera d'ospedale. Avvolto nel suo camice da dottore andò a visitarla e subito la riconobbe. Uscì da quella stanza determinato a fare tutto il possibile per salvarle la vita. Da quel giorno riservò grandi attenzioni al caso e, solo dopo una lunga lotta, la battaglia fu vinta.
Il Dott. Kelly chiese all'amministrazione di comunicargli il conto, per la sua approvazione. Dopo averlo visionato, scrisse qualcosa in un angolo e lo fece recapitare nella stanza della donna. Lei temeva di aprirlo, perché sapeva che ci avrebbe messo una vita per pagarlo tutto. Alla fine lo lesse, e alcune parole attirarono la sua attenzione a lato del conto:
"Pagato interamente con un bicchiere di latte".
   Dott. Howard Kelly




Il miracolo

Questa è la storia vera di una bambina di otto anni che sapeva che l’amore può fare meraviglie. Il suo fratellino era 
destinato...a morire per un tumore al cervello.
I suoi genitori erano poveri, ma avevano fatto di tutto per salvarlo, spendendo tutti i loro risparmi.  Una sera, il papà disse alla mamma in lacrime:
“Non ce la facciamo più, cara. Credo sia finita. Solo un miracolo potrebbe salvarlo”.
La piccola, con il fiato sospeso, in un angolo della stanza aveva sentito.
Corse nella sua stanza, ruppe il salvadanaio e, senza far rumore, si diresse alla farmacia più vicina. Attese pazientemente il suo turno.
Si avvicinò al bancone, si alzò sulla punta dei piedi e, davanti al farmacista meravigliato, posò sul banco tutte le monete. “Per cos’è? Che cosa vuoi piccola?”.
“È per il mio fratellino, signor farmacista. È molto malato e io sono venuta a comprare un miracolo”.   
“Che cosa dici?” borbottò il farmacista.
“Si chiama Andrea, e ha una cosa che gli cresce dentro la testa, e papà ha detto alla mamma che è finita, non c’è più niente da fare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Vede, io voglio tanto bene al mio fratellino, per questo ho preso tutti i miei soldi e sono venuta a comperare un miracolo”.
Il farmacista accennò un sorriso triste :“Piccola mia, noi qui non vendiamo miracoli”.
“Ma se non bastano questi soldi posso darmi da fare per trovarne ancora.
Quanto costa un miracolo?”.
C’era nella farmacia un uomo alto ed elegante, dall’aria molto seria, che sembrava interessato alla strana conversazione. Il farmacista allargò le braccia mortificato.
La bambina, con le lacrime agli occhi, cominciò a recuperare le sue monetine.
L’uomo si avvicinò a lei: “Perché piangi, piccola? Che cosa ti succede?”.
“Il signor farmacista non vuole vendermi un miracolo e neanche dirmi quanto costa…
È per il mio fratellino Andrea che è molto malato. Mamma dice che ci vorrebbe un’operazione, ma papà dice che costa troppo e non possiamo pagare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Per questo ho portato tutto quello che ho”.
“Quanto hai?”.
“Un dollaro e undici centesimi…. Ma, sapete….” aggiunse con un filo di voce, “posso trovare ancora qualcosa….”.
L’uomo sorrise “Guarda, non credo sia necessario.
Un dollaro e undici centesimi è esattamente il prezzo di un miracolo per il tuo fratellino!”.
Con una mano raccolse la piccola somma e con l’altra prese dolcemente la manina della bambina: “Portami a casa tua, piccola. Voglio vedere il tuo fratellino e anche il tuo papà e la tua mamma e vedere con loro se possiamo trovare il piccolo miracolo di cui avete bisogno”. 
Il signore alto ed elegante e la bambina uscirono tenendosi per mano.
Quell’uomo era il professor Carlton Armstrong, uno dei più grandi neurochirurghi del mondo.  Operò il piccolo Andrea, che poté tornare a casa qualche settimana  dopo completamente guarito.
“Questa operazione” mormorò la mamma “è un vero miracolo. Mi chiedo quanto sia costata…”.
La sorellina sorrise senza dire niente.
Lei sapeva quanto era costato il miracolo: un dollaro e undici centesimi…. più, naturalmente l’amore e la fede di una bambina.

                                                                                        (G. Quattrini)





Il burrone

Un uomo sempre scontento di sé e degli altri continuava a brontolare con Dio perché diceva: "Ma chi l'ha detto che ognuno deve portare la sua croce? Possibile che non esista un mezzo per evitarla? Sono veramente stufo dei miei pesi quotidiani!".
Il buon Dio gli rispose con un sogno.
Vide che la vita degli uomini sulla Terra era una sterminata processione.
Ognuno camminava con la sua croce sulle spalle.
Lentamente, ma inesorabilmente, un passo dopo l'altro.
Anche lui era nell'interminabile corteo e avanzava a fatica con la sua croce personale. Dopo un po' si accorse che la sua croce era troppo lunga: per questo faceva tanta fatica ad avanzare.
"Sarebbe sufficiente accorciarla un po' e tribolerei molto meno", si disse.
Si sedette su un paracarro e, con un taglio deciso, accorciò di un bel pezzo la sua croce. Quando ripartì si accorse che ora poteva camminare molto più spedito e leggero.
E senza tanta fatica, giunse a quella che sembrava la meta della processione degli uomini. Era un burrone: una larga ferita nel terreno, oltre la quale però incominciava la "Terra della felicità eterna".
Era una visione incantevole quella che si vedeva dall'altra parte del burrone.
Ma non c'erano ponti, ne' passerelle per attraversare.
Eppure gli uomini passavano con facilità.
Ognuno si toglieva la croce, l'appoggiava sui bordi del burrone e poi ci passava sopra.
Le croci sembravano fatte su misura: congiungevano esattamente i due margini del precipizio.
Passavano tutti.
Ma non lui.
Aveva accorciato la sua croce e ora essa era troppo corta e non arrivava dall'altra parte del baratro.
Si mise a piangere e a disperarsi: "Ah, se l'avessi saputo!".
Ma, ormai, era troppo tardi e lamentarsi non serviva a niente.

I giorni perduti

Qualche giorno dopo aver preso possesso della sontuosa villa, Ernest Kazirra, rincasando, avvistò da lontano un uomo che con una cassa sulle spalle usciva da una porticina secondaria del muro di cinta e caricava la cassa su di un camion.
Non fece in tempo a raggiungerlo prima che fosse partito.
Allora lo inseguì in auto.
E il camion fece una lunga strada, fino all’estrema periferia della città, fermandosi sul ciglio di un vallone.
Kazirra scese dall’auto e andò a vedere.
Lo sconosciuto scaricò la cassa dal camion e, fatti pochi passi, la scaraventò nel dirupo che era colmo di migliaia e migliaia di altre cassi uguali.
Si avvicinò all’uomo e gli chiese:
–Ti ho visto portar fuori quella cassa dal mio parco. Cosa c’era dentro? E cosa sono tutte queste casse?
Quello lo guardò è sorrise:
–Ne ho ancora sul camion, da buttare. Non sai? Sono i giorni.
–Che giorni?
–I giorni tuoi.
–I miei giorni?
–I tuoi giorni perduti. I giorni che hai perso. Li aspettavi, vero? Sono venuti. Che ne hai fatto? Guardali, intatti, ancora gonfi. E adesso?
Kazirra guardò.
Formavano un mucchio immenso.
Scese giù per la scarpata e ne aprì uno.
C’era dentro una strada d’autunno, e in fondo Graziella, la sua fidanzata, che se n’andava per sempre.
E lui neppure la chiamava.
Ne aprì un secondo e c’era dentro una camera d’ospedale, e sul letto suo fratello Giosuè che stava male e lo aspettava.
Ma lui era in giro per affari.
Ne aprì un terzo. Al cancelletto della vecchia misera casa stava Duk, il fedele mastino, 

che lo aspettava da due anni, ridotto pelle e ossa.
E lui non si sognava di tornare.
Si sentì prendere da una certa cosa qui, alla bocca dello stomaco.
Lo scaricatore stava dritto sul ciglio del vallone, immobile come un giustiziere.
–Signore! – gridò Kazirra. –Mi ascolti. Lasci che mi porti via almeno questi tre giorni. 

La supplico. Almeno questi tre. Io sono ricco. Le darò tutto quello che vuole.
Lo scaricatore fece un gesto con la destra, come per indicare un punto irraggiungibile, come per dire che era troppo tardi e che nessun rimedio era più possibile.
Poi svanì nell’aria, e all’istante scomparve anche il gigantesco cumulo delle casse misteriose.
E l’ombra della notte scendeva.    
                         
                                                                                            ( Dino Buzzati)

                        

Cose che non si recuperano

Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d'attesa di un grande aeroporto. Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, decise di comprare un libro per ammazzare il tempo. Comprò anche un pacchetto di biscotti. Si sedette nella sala VIP per stare più tranquilla. Accanto a lei c'era la sedia con i biscotti e dall'altro lato un signore che stava leggendo il giornale. Quando lei cominciò a prendere il primo biscotto, anche l'uomo ne prese uno, lei si sentì indignata ma non disse nulla e continuò a leggere il suo libro Tra lei e lei pensò "ma tu guarda se solo avessi un po' più di coraggio gli avrei già dato un pugno..." Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, l'uomo accanto a lei, senza fare un minimo cenno ne prendeva uno anche lui. Continuarono fino a che non rimase solo un biscotto e la donna pensò "ah, adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quando saranno finiti tutti!!" L'uomo prima che lei prendesse l'ultimo biscotto lo divise a metà! "Ah, questo è troppo" penso e cominciò a sbuffare e indignata si prese le sue cose, il libro e la sua borsa e si incamminò verso l'uscita della sala d'attesa.
Quando si sentì un po' meglio e la rabbia era passata, si sedette in una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l'attenzione ed evitare altri dispiaceri. Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando.... nell'aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora tutto intero nel suo interno.
Sentì tanta vergogna e capì solo allora che il pacchetto di biscotti uguale al suo era di quell' uomo seduto accanto a lei che però aveva diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato, nervoso o superiore al contrario di lei che aveva sbuffato e addirittura si sentiva ferita nell'orgoglio.
Prima di arrivare ad una conclusione affrettata e prima di pensare male delle persone, guarda attentamente le cose, molto spesso non sono come sembrano!!!

Esistono cinque cose nella vita che non si RECUPERANO:

Una pietra dopo averla lanciata;
Una parola dopo averla detta;
Un'opportunità dopo averla persa;
Il tempo dopo esser passato;
L'amore per chi non lotta.


                                                                                    
Ferite

C'era una volta un ragazzo con un pessimo carattere. 
Suo padre gli dette un sacchetto pieno di chiodi e gli disse di piantare nella palizzata in giardino un chiodo per ogni volta che si fosse arrabbiato con qualcuno o gli avesse recato offesa.
Il ragazzo obbedì al padre ed arrivò a piantare in pochi giorni cento chiodi nella palizzata in giardino. 
Stufo di piantare chiodi andò dal padre e gli promise di non arrabbiarsi più con alcuno o di recarne offesa.
Il padre accettò la promessa del figlio a patto che per ogni giorno che non si fosse arrabbiato o avesse offeso, doveva togliere dieci chiodi dalla palizzata. 
Il ragazzo riuscì a essere fermo nella sua promessa e nell'arco di dieci  giorni riuscì a levare tutti i chiodi dalla palizzata.
Soddisfatto del suo comportamento andò a riferire al padre che era riuscito a togliere tutti i chiodi dalla palizzata. 
Ma il padre lo portò in giardino e gli fece notare tutti i buchi che erano rimasti nella palizzata, in maniera irreparabile.
Disse al figlio: "Vedi, come i buchi lasciati dai chiodi in questa palizzata, ogni qualvolta tutto aggredisci o offendi qualcuno, anche se poi ti scusi, rischi di lasciare una profonda ferita in lui". 
Infatti le parole, a volte, possono essere la peggiore delle armi e lasciare ferite che non sanano più. 
Sta ad ognuno di noi fare un giusto uso della rabbia verbale.




I due vasi

Un'anziana donna cinese aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso all'estremità di un palo che lei portava sulle spalle. Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l'altro era perfetto, ed era sempre pieno d'acqua alla fine della lunga camminata dal ruscello a casa, mentre quello crepato arrivava mezzo vuoto. 
Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d'acqua.
Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati.
Ma il povero vaso crepato si vergognava del proprio difetto, ed era avvilito di saper fare solo la metà di ciò per cui era stato fatto.
Dopo due anni che si rendeva conto del proprio amaro fallimento, un giorno parlò alla donna lungo il cammino: “Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì che l'acqua fuoriesca lungo tutta la strada verso la vostra casa.”
La vecchia sorrise:”Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla tua parte del sentiero, ma non dalla parte dell'altro vaso? È perché io ho sempre saputo del tuo difetto, perciò ho piantato semi di fiori dal tuo lato del sentiero ed ogni giorno, mentre tornavamo, tu li innaffiavi.
Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare la tavola.
Se tu non fossi stato come sei, non avrei avuto quelle bellezze per ingentilire la casa. Ognuno di noi ha il proprio specifico difetto. Ma sono la crepa e il difetto che ognuno ha a far sì che la nostra convivenza sia interessante e gratificante.”
Bisogna prendere ciascuno per quello che è e vedere ciò che c'è di buono in lui.






Il nemico

Ti sei svegliato prima dell'alba, ma il tuo nemico non l'hai trovato. 
Quando il sole era basso hai attraversato tutta la pianura, ma il tuo nemico non l'hai trovato. 
Mentre il sole era alto nel cielo hai cercato tra le piante di tutta la foresta, ma il tuo nemico non l'hai trovato. 
Il sole era rosso nel cielo mentre tu cercavi sulla cima di tutte le colline, ma il tuo nemico non l'hai trovato. 
Ora sei stanco e ti riposi sulla riva di un ruscello, guardi nell'acqua ed ecco il tuo nemico: l'hai trovato.






L'ultimo viaggio

L'uomo era ricco e potente, ma stava morendo. Aveva consultato tutti i più famosi luminari della medicina, ma nessuno lo aveva guarito. Un giorno un vecchio amico gli disse:” So che esiste nell'Egeo un isola dove vive un uomo, chiamato il giardiniere, che veramente ti può guarire, ma solo se risponderai ad una sua domanda, altro non ti posso dire.” L'uomo partì subito, preparandosi a rispondere alla domanda. “Forse” si ripeteva: “sarà un rebus, un indovinello, come quello di Edipo e la sfinge?”. L'isola era piccola e verde ed era abitata da un piccolo villaggio di pescatori poi c'era la casa del guaritore e un'ampia foresteria.
Si presentò subito e vide, in un grande giardino, un uomo che stava potando un cespuglio di rose. Prima ancora che potesse parlare l‘uomo gli disse:”la maggior parte degli uomini non sa quando morirà, alcuni possono sapere quando accadrà e questa può sembrare una disgrazia o un’ opportunità.” Ma l'uomo, che aspettava solo la domanda per la guarigione , non capì ed anzi si irritò. Il giardiniere che aveva notato il cambiamento, sospirò e disse: ”So perché sei venuto e la mia domanda, per la tua guarigione, è questa- Dammi la tua unica e vera ragione perché tu possa interrompere il tuo destino e continuare a vivere. Per risparmiarti rifiuti non allettarmi con denari, potere, pietà e sesso. Ti posso solo dire che la risposta non è al di fuori di te, ma dentro te. Ora va e medita , quando sarai pronto, ritorna". L'uomo, scosso da queste parole, si ritirò nella foresteria e cominciò a riflettere sulle parole del giardiniere.
“Non posso tentarlo con soldi, potere e donne” si disse “potrei mostrargli la foto di mia moglie, dei miei figli ma le sue parole sono chiare, anche la pietà non conta.” Si guardò intorno e vide altri uomini che , come lui, erano in cerca di una risposta. Parlò con loro.
Un famoso scienziato l'aveva implorato invano per avere tempo di finire una scoperta che avrebbe salvato molte vite, un noto brigante l'aveva minacciato di morte, ma tutte le blandizie e minacce non erano servite. Eppure alcuni erano ripartiti dall'isola sereni e con uno sguardo nuovo. Si allontanò dagli altri e alloggiò nel piccolo villaggio di pescatori, lasciando passare in ozio, il bene a lui più prezioso, il tempo.
Osservava la vita semplice dei pescatori e dei bambini e il susseguirsi delle albe, dei tramonti e delle notti. Un giorno vide dei pescatori che dalle reti avevano tratto degli oggetti di plastica. Un vecchio pescatore accanto a lui mormorò sconsolato:” Ormai il fondo del mare è ricoperto da queste porcherie, inutili, dannose che non muoiono mai.” L'uomo ebbe un sussultò e cominciò a riflettere sulle parole del vecchio pescatore che così tanto lo avevano turbato. Dopo pochi giorni si presentò davanti al giardiniere e gli disse: “Non ho una ragione unica e veramente importante per non morire perché sono un uomo come gli altri e seguo come tutti le leggi dell'universo. Inutile andare contro la corrente, Voglio solo prepararmi a questo ultimo viaggio e lasciarmi portare dalla corrente fino a sfociare in quel mare che sento molto vicino” Il giardiniere annui, poi si avvicinò ad un cespuglio di rose, prese una rosa, la più bella, gliela porse e disse: Tu sei come questo fiore reciso ma solo da ora puoi veramente assaporarne la bellezza e il profumo.






Il posto del cuore

Oggi, un bimbo mi chiede
 "Ma il cuore sta sempre nello stesso posto, oppure, ogni tanto, si sposta? 
Va a destra e a sinistra?".
Io: 
"No, il cuore resta sempre nello stesso posto. A sinistra..."
Ed intanto penso...
..Poi, un giorno, crescerai. 

Ed allora capirai che il cuore vive in mille posti diversi, senza abitare, davvero, nessun luogo.
Ti sale in gola, quando sei emozionato. 

O precipita nello stomaco, quando hai paura, o sei ferito.
Ci sono volte in cui accelera i suoi battiti, e sembra volerti uscire dal petto. 

Altre volte, invece, fa cambio col cervello.
Crescendo, imparerai a prendere il tuo cuore per posarlo in altre mani. 

E, il più delle volte, ti tornerà indietro un po' ammaccato. 
Ma tu non preoccupartene. 
Sarà bello uguale. 
O, forse, sarà più bello ancora. 
Questo, però, lo capirai solo dopo molto, molto tempo.
Ci saranno giorni in cui crederai di non averlo più, un cuore. 
Di averlo perso. 
E ti affannerai a cercarlo in un ricordo, in un profumo, nello sguardo di un passante, nelle vecchie tasche di un cappotto malandato.
Poi, ci sarà un altro giorno...
Un giorno un po' diverso... 
Un po' speciale... 
Un giorno importante...




La lista


Una donna vestita in modo semplice e con un volto triste, entrò in un negozio.

Avvicinato il proprietario chiese con vergogna se poteva portar via alcuni 
prodotti e pagare più tardi. Con una voce morbida, spiegò che suo marito 
era molto malato e non poteva lavorare, avevano sette figli e avevano bisogno di cibo.
Il proprietario del negozio, inflessibile, chiese alla donna di andarsene.

Tuttavia, la donna pensando alla sua famiglia insisté dicendo : 

"Per favore, signore, io pagherò il più presto possibile." 

Il proprietario del negozio  rifiutò dicendo che non poteva dare credito a 
una persona che non conosceva.

Accanto all'ingresso del negozio c'era un cliente che ascoltò la conversazione. 

Il cliente si avvicinò e disse al proprietario che sarebbe stato responsabile 
per l'acquisto della donna, ma lui lo ignorò.
Il proprietario del negozio si girò verso la donna e le chiese: 

"Hai una lista della spesa?",lei rispose "Si, signore."

"Va bene, metti la tua lista sulla bilancia e peseremo la lista,l'equivalente 
del suo peso te lo do in cibo," disse.
Lei esitò per un momento e a testa china, prese dal suo portafoglio un pezzo 
di carta e scrisse su di esso. 
Poi,con timore la donna mise la carta sulla bilancia. 

In quello stesso istante la bilancia si abbassò come se avesse messo una pietra 
sopra.

Il proprietario del negozio e il cliente guardavano con stupore e ammirazione. 

Il proprietario del negozio incominciò a mettere il cibo sul lato opposto della

bilancia, ma la bilancia non si mosse, così continuò a mettere sempre più cibo,

ma la bilancia rimaneva sempre nella stessa posizione,allora il commerciante

sbalordito prese il pezzo di carta per vedere se c'era del trucco.

Il proprietario del negozio allora guardò il foglio e lesse con stupore ... 

Non era una lista della spesa,ma c'era scritta una preghiera che diceva: 

"Caro Dio, 

Mio Signore, 

Tu conosci i miei bisogni, 

lascio tutto nelle Tue Mani."

Il proprietario del negozio allora diede alla donna tutto il cibo di cui aveva 
bisogno e rimase in silenzio a riflettere mentre la donna lasciava il negozio.
 

SOLO DIO CONOSCE IL VALORE e IL PESO DELLA PREGHIERA...





L'amore della mamma
  
Una sera, mentre la mamma preparava la cena, il figlio undicenne si presentò in cucina  con un foglietto in mano. Con aria stranamente ufficiale il bambino porse il pezzo di carta alla mamma e lesse quanto vi era scritto:
Per aver strappato le erbacce del giardino: 5 euro
Per aver ordinato la mia cameretta: 10 euro
Per aver preso due volte ottimo a scuola: 10 euro
Per essere andato a comprare il latte: 1 euro
Per aver portato fuori l'immondizia tutte le sere: 7 euro
Per aver badato alla sorellina (tre pomeriggi): 15 euro
Totale: 48 euro
La mamma fissò il figlio negli occhi, teneramente. La sua mente si affollò di ricordi.
Prese una biro e, sul retro del foglietto scrisse:
Per averti portato in grembo per nove mesi: 0 euro
Per tutte le notti passate a vegliarti quando eri ammalato: 0 euro
Per tutte le volte che ti ho consolato quando eri triste: 0 euro
Per tutte le volte che ho asciugato le tue lacrime: 0 euro
Per tutte le colazioni, i pranzi, le merende, le cene che ti ho preparato: 0 euro
Per tutte le magliettine e i pantaloncini che ti lavo e ti stiro: 0 euro
 Totale: 0 euro
Quando ebbe terminato, sorridendo la mamma diede il foglietto al figlio.
Quando il bambino ebbe finito di leggere ciò che la mamma aveva scritto, due lacrimoni fecero capolino dai suoi occhi e rigarono le sue guance.
Girò il foglio e sul suo conto scrisse: "Pagato".
Poi saltò al collo della madre e la sommerse di baci.


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