Pillole di Saggezza


Il popolo che camminava nelle tenebre
vide una grande luce
su coloro che abitavano una terra tenebrosa
sfolgorò il sole della vita. (Is 9,1)


 

"Signore, 
dammi la forza di cambiare le cose che posso modificare

e la pazienza di accettare quelle che non posso cambiare

e la saggezza per distinguere la differenza tra le une e le altre.
Dammi Signore, un’ anima che abbia occhi

per la bellezza e la purezza,

che non si lasci impaurire dal peccato

e che sappia raddrizzare le situazioni.
Dammi un’ anima che non conosca noie,

fastidi, mormorazioni, sospiri, lamenti.
Non permettere che mi preoccupi eccessivamente

di quella cosa invadente che chiamo 'io'.
Dammi il dono di saper ridere di una facezia,

di saper cavare qualche gioia dalla vita

e anche di farne partecipi gli altri. 
Signore dammi il dono dell'umorismo." 
                         (Tommaso Moro 1587: Preghiere della Torre)

 

INDICE:


La storia della matita  (Paulo Coelho)

La macchia

Il barattolo

La saggezza di un cioccolato caldo
Vita riuscita

Il burrone 
Il segreto della vita
Messaggio di Speranza
Il dono

Il bucato

Quando finisce la notte  (Martin Luther King)

Razzismo…
Il miraggio
L'ottimista 
Dillo oggi...
Disgrazie
Favola d'Amore ( Herman Hesse estratto)  
Il valore
Le cose non sempre sono come sembrano
Il destino
Carpe diem
Il lupo 
Alcune cose che ho imparato nella vita    (Paulo Coelho)
Ho imparato
Parole passate alla storia
Dio non sbaglia mai
L'eco
Ricchezza e povertà

L'orchestra e l'ottavino
La favola della gallina diligente
Il vero significato della Pace
Le quattro mogli
La luce 
Conversazioni dal barbiere
 Il resto sbagliato
 
 



La storia della matita


Il bambino guardava la nonna scrivere una lettera.
Ad un certo punto, chiese:

"Stai scrivendo una storia su di noi? E' per caso una storia su di me?".
La nonna smise di scrivere, sorrise e disse al nipote:

"In effetti, sto scrivendo su di te. Tuttavia, più importante delle parole, è la matita che sto usando. 
Mi piacerebbe che tu fossi come lei, quando sarai grande."

Il bimbo osservò la matita, incuriosito e non vide niente di speciale.
"Ma è identica a tutte le matite che ho visto in vita mia!".
"Tutto dipende dal modo in cui guardi le cose. Ci sono cinque qualità in essa che, se tu riuscirai a mantenere, faranno sempre di te un uomo in pace con il mondo.
Prima qualità:

Tu puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una mano che guida i tuoi passi, questa mano noi la chiamiamo Dio e Lui ti indirizzerà sempre verso la Sua Volontà.
Seconda qualità:

Di quando in quando io devo interrompere ciò che sto scrivendo ed usare il temperino. 
Questo fa sì che la matita soffra un poco, ma alla fine essa sarà più affilata.

Pertanto, sappi sopportare un po' di dolore, perché ciò ti renderà una persona migliore.
Terza qualità:

La matita ci permette sempre d'usare una gomma per cancellare gli sbagli.

Capisci che correggere qualcosa che abbiamo fatto non è necessariamente un male, ma qualcosa di fondamentale per mantenerci sulla retta via.
Quarta qualità:
Ciò che è davvero importante nella matita non è il legno o la forma esteriore, ma la grafite che è all'interno.

Dunque fai sempre attenzione a quello che succede dentro di te.
Infine la quinta qualità della matita:

Essa lascia sempre un segno.

Ugualmente, sappi che tutto ciò che farai nella vita lascerà tracce e cerca d'essere conscio d'ogni singola azione.

                                                                                                                              (Paulo Coelho)





La macchia


Una volta, un maestro fece una macchiolina nera nel centro di un bel foglio di carta bianco e poi lo mostrò agli allievi.

“Che cosa vedete?”, chiese.

“Una macchia nera!”, risposero in coro.

“Avete visto tutti la macchia nera che è piccola piccola”, ribatté il maestro, “e nessuno ha visto il grande foglio bianco”.

La vita è una serie di momenti:  il vero successo sta nel viverli tutti.

Non rischiare di perdere il grande foglio bianco per inseguire una macchiolina nera. Perché il grande foglio bianco è la tua isola, ed è proprio davanti a te!

Così sono gli uomini: capaci solo di vedere le macchie nere, non sanno riconoscere l’immenso foglio bianco che è la loro vita.

Tutti noi dovremmo essere, invece, consapevoli, che, nonostante le macchie nere della nostra esistenza, c’è, anche se nascosto, un bel foglio bianco, simbolo della vita, che vale sempre la pena di essere vissuta!





Il barattolo

Un professore stava davanti alla sua classe di filosofia e aveva davanti a lui alcuni oggetti. 
Quando la lezione cominciò, senza dire una parola, prese un grosso barattolo di maionese vuoto 
e lo iniziò a riempire di palline da golf.

Quindi egli chiese agli studenti se il barattolo fosse pieno.

Essi  convennero che lo era.
Allora il professore prese una scatola di sassolini, e li versò nel vaso.

Lo scosse leggermente. I ciottoli rotolarono negli spazi vuoti tra le palle da golf.

Chiese di nuovo agli studenti se il barattolo fosse pieno. Essi dissero che lo era.
Il professore prese una scatola di sabbia e la versò dentro il vasetto.

Naturalmente, la sabbia si sparse ovunque all'interno.

Chiese ancora una volta se il barattolo fosse pieno.

Gli studenti risposero con un unanime 'Sì'. 
Il professore estrasse quindi due birre da sotto il tavolo e versò l'intero contenuto nel barattolo, effettivamente si riempirono gli spazi vuoti.

Gli studenti iniziarono a ridere ...
'Ora', disse il professore non appena svanirono le risate,

'Voglio che vi rendiate conto che questo barattolo rappresenta la vita.

Le palle da golf sono le cose importanti : la vostra famiglia, i vostri figli, la vostra salute, 
i vostri amici e le vostre passioni preferite, e se tutto il resto andasse perduto e solo queste r
imanessero, la vostra vita sarebbe ancora piena.

I sassolini sono le altre cose che contano, come il lavoro, la casa, la macchina…

La sabbia è tutto il resto, le piccole cose.
'Se mettete la sabbia nel barattolo per prima,' continuò 'non c'è spazio per i sassolini e per le palline da golf.

Lo stesso vale per la vita.
Se utilizziamo tutto il tempo e l’ energia per le piccole cose, non ci sarà mai spazio per le cose che sono importanti per ognuno di noi.
Fai attenzione alle cose che sono cruciali per la tua felicità.
Trascorri del tempo con i tuoi bambini.

Trascorri del tempo con i tuoi genitori.

Visita i nonni.

Prendi il tuo coniuge a portatelo a cena fuori.

Gioca anche oltre i diciotto anni.

Ci sarà sempre tempo per pulire la casa e falciare il prato.
Prenditi cura delle palle da golf prima , le cose che veramente contano.

Stabilisci le tue priorità.

Il resto è solo sabbia'.
Uno degli studenti alzò la mano e chiese cosa rappresentasse la birra.

Il professore sorrise e disse:

“Sono contento che lo abbia chiesto. 
Le birre dimostrano che non importa quanto piena possa sembrare la vostra vita, 
c'è sempre spazio per un paio di birre con un amico”.



La saggezza di un cioccolato caldo


Un gruppo di laureati, affermati nelle loro carriere, discutevano sulle loro vite durante una riunione.
Decisero di fare visita al loro vecchio professore universitario, ora in pensione, che era sempre stato un punto di riferimento per loro.
Durante la visita, si lamentarono dello stress che dominava la loro vita, il loro lavoro e le relazioni sociali.
Volendo offrire ai suoi ospiti un cioccolato caldo, il professore andò in cucina e ritornò con una grande brocca e un assortimento di tazze.

Alcune di porcellana, altre di vetro, di cristallo, alcune semplici, altre costose, altre di squisita fattura.
Il professore li invitò a servirsi da soli il cioccolato.
Quando tutti ebbero in mano la tazza con il cioccolato caldo il professore espose le sue considerazioni.
"Noto che sono state prese tutte le tazze più belle e costose, mentre sono state lasciate sul tavolino quelle di poco valore.
La causa dei vostri problemi e dello stress è che per voi è normale volere sempre il meglio.
La tazza da cui state bevendo non aggiunge nulla alla qualità del cioccolato caldo.

In alcuni casi la tazza è molto bella mentre alcune altre nascondono anche quello che bevete.
Quello che ognuno di voi voleva in realtà era il cioccolato caldo.
Voi non volevate la tazza...
Ma voi consapevolmente avete scelto le tazze migliori.
E subito, avete cominciato a guardare le tazze degli altri.
Ora amici vi prego di ascoltarmi:
La vita è il cioccolato caldo.

Il vostro lavoro, il denaro, la posizione nella società sono le tazze.
Le tazze sono solo contenitori per accogliere e contenere la vita.
La tazza che avete non determina la vita, non cambia la qualità della vita che state vivendo.
Qualche volta, concentrandovi solo sulla tazza, voi non riuscite ad apprezzare il cioccolato caldo che Dio vi ha dato.
Ricordatevi sempre questo:
Dio prepara il cioccolato caldo, Egli non sceglie la tazza.
La gente più felice non ha il meglio di ogni cosa,

ma apprezza il meglio di ogni cosa che ha!
Vivere semplicemente.
Amare generosamente.
Preoccuparsi profondamente.
Parlare gentilmente.
Lasciate il resto a Dio.
E ricordatevi:
La persona più ricca non è quella che ha di più,

ma quella che ha bisogno del minimo.
Godetevi il vostro caldo cioccolato!".




Vita riuscita


Una volta un discepolo domandò al suo maestro:
Maestro, nella vita non hai mai avuto momenti in cui sei stato scontento di te?
Il maestro rispose: “Sette volte ho disprezzato la mia anima.
La prima volta quando, incontrando uno zoppo, si è messa, lei pure, a zoppicare;
la seconda volta quando, potendo scegliere tra la via difficile e quella facile,
ha scelto la facile, credendo che fosse la giusta;
la terza volta quando mentì e si scusò dicendo: -Fan tutti così;
la quarta volta quando rifiutò di giocare, per paura di perdere;
la quinta volta quando, invece di avere il coraggio della propria opinione,
ebbe il coraggio delle opinioni altrui;
la sesta volta quando scelse la muffa invece dell'avventura;
la settima volta quando l'ho vista paurosa di raggiungere la vera felicità
e si è accontentata di una vita anonima.



                                                                   

Il burrone 

Un monaco si lamentò con il suo maestro perché non riusciva a raggiungere il versante opposto di una montagna.
"La colpa è tua" gli rispose il maestro.
"In che cosa sbaglio? Che cosa mi manca?" domandò l'allievo.
"Vieni con me, e te lo mostrerò."
Il maestro chiamò un altro discepolo, che era cieco, e tutti e tre si recarono sulla montagna, in un punto in cui uno stretto tronco era stato gettato su un burrone.
"Attraversa!" disse il maestro al primo monaco.
Il poveretto guardò il fondo del burrone, il debole tronco e rispose: "Non posso: ho paura".
Allora il maestro si rivolse al discepolo cieco e gli diede lo stesso ordine.
Il monaco attraversò senza esitare il burrone.
"Hai capito?" domandò il maestro al primo monaco.

È sempre la paura il sentimento che si oppone al nostro risveglio: la paura di essere autonomi, la paura dell'ignoto, la paura di perdere il proprio io, la paura della responsabilità. Eppure, per colmare il divario, per raggiungere l'altra riva, è necessario affrontare l'abisso; e questo non può essere fatto se non si eliminano i mille timori che ci accompagnano nell'attraversamento.


Il segreto della vita


Un'antica leggenda racconta che un uomo ch'era salito sulle vette dell'Himalaya, in cerca di un grande savio ch'egli credeva conoscesse il segreto della vita. 
Dopo molte difficoltà, finalmente il viaggiatore si trovò faccia a faccia con il savio, che viveva in una grotta celata fra cime altissime. 
Da molti anni quel santone viveva in completo isolamento, il corpo seminudo coperto da pochi stracci. Il capo e il volto erano un groviglio candido di peli. 
Gli occhi apparivano vitrei e arrossati dall'insonnia. il viaggiatore sedette ansioso accanto al savio. 
"Ditemi maestro," prese a dire in tono supplichevole "qual è il segreto della vita?" 
"E' semplice," rispose il savio " la vita è come una ciotola colma di ciliegie." 
"Una ciotola colma di ciliegie?" esclamò il viaggiatore, stupefatto. 
Il vecchio meditò alquanto, poi domandò al viaggiatore:"Secondo te, non lo è?". 
"La vita è ciò che accade mentre noi perdiamo del tempo prezioso 
domandandoci quale sia il senso della vita."

 

Messaggio di Speranza

Un uomo disperava dell'amore di Dio. 
Un giorno, mentre errava sulle colline che attorniavano la sua città, 
incontrò un pastore. 
Questi, vedendolo afflitto, gli chiese: 
"Che cosa ti turba amico?"
"Mi sento immensamente solo".
"Anch'io sono solo, eppure non sono triste".
"Forse perché Dio ti fa compagnia".
"Hai indovinato!".
"Io non ho la compagnia di Dio. 
Non riesco a credere nel suo amore. 
Com'è possibile che ami me?".
"Vedi laggiù la nostra città? - gli chiese il pastore, - 
Vedi le case? Vedi le finestre?".
"Vedo tutto questo", rispose il pellegrino.
"Allora non devi disperare. Il sole è uno solo, 
ma ogni finestra della città, 
anche la più piccola e la più nascosta, 
ogni giorno viene baciata dal sole. 
Forse tu disperi perché tieni chiusa la tua finestra".


Il dono

Un giorno un uomo ricco consegnò un cesto di spazzatura ad un uomo povero. 
L’uomo povero gli sorrise e se ne andò col cesto, poi lo svuotò, lo lavò e lo riempì di fiori bellissimi. 
Ritornò dall’uomo ricco e glielo diede. 
L’uomo ricco si stupì e gli disse: «Perché mi hai donato fiori bellissimi se io ti ho dato la spazzatura?». 
E l’uomo povero disse: «Ogni persona dà ciò che ha nel cuore».



Il bucato


Una giovane coppia di sposi novelli andò ad abitare in una zona molto tranquilla della città.
Una mattina, mentre bevevano il caffè, la moglie si accorse, guardando attraverso la finestra, che una vicina stendeva il bucato sullo stendibiancheria.
"Guarda che sporche le lenzuola di quella vicina!
Forse ha bisogno di un altro tipo di detersivo...
Magari un giorno le farò vedere come si lavano le lenzuola!"
Il marito guardò e rimase zitto.
La stessa scena e lo stesso commento si ripetettero varie volte, mentre la vicina stendeva il suo bucato al sole e al vento.
Dopo un mese, la donna si meravigliò nel vedere che la vicina stendeva le sue lenzuola pulitissime, e disse al marito:
"Guarda, la nostra vicina ha imparato a fare il bucato! Chi le avrà fatto vedere come si fa?"
Il marito le rispose:
"Nessuno le ha fatto vedere;  semplicemente questa mattina, io mi sono alzato più presto e, mentre tu ti truccavi, ho pulito i vetri della nostra finestra!"
Così è nella vita.
Tutto dipende dalla pulizia della finestra attraverso cui osserviamo i fatti.
Prima di criticare, probabilmente sarà necessario osservare se abbiamo pulito a fondo il nostro cuore per poter vedere meglio...



Quando finisce la notte


Un vecchio rabbino domandò una volta ai suoi allievi da che cosa si potesse riconoscere 
il momento preciso in cui finiva la notte e cominciava il giorno.

"Forse da quando si può distinguere con facilità un cane da una pecora?".

"No", disse il rabbino.

"Quando si distingue un albero di datteri da un albero di fichi?"

"No", ripeté il rabbino.

"Ma quand'è, allora?", domandarono gli allievi.

Il rabbino rispose: 
"E' quando guardando il volto di una persona qualunque, tu riconosci un fratello o una sorella. 
Fino a quel punto è ancora notte nel tuo cuore".

"Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, 
ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli".
                                                                                                          (Martin Luther King) 

                     

Razzismo…

La scena che segue si è svolta sul volo della compagnia British Airways tra Johannersburg e Londra.
Una donna bianca, di circa cinquant’ anni, prende posto in classe economica di fianco a un nero. Visibilmente turbata, chiama l'hostess.

«Che problema c'è signora? » chiede l'hostess.

«Ma non lo vede? - risponde la signora - mi avete messo a fianco di un nero.

Non sopporto di rimanere qui. Assegnatemi un altro posto».
«Per favore, si calmi - dice l'hostess - perché tutti i posti sono occupati.

Vado a vedere se ce n'è uno disponibile».
L'hostess si allontana e ritorna qualche minuto più tardi.
«Signora, come pensavo, non c'è nessun altro posto libero in classe economica. Ho parlato col comandante e mi ha confermato che non c'è nessun posto neanche in classe executive. Ci è rimasto libero soltanto un posto in prima classe».
E, prima che la donna avesse modo di commentare la cosa, l'hostess continua:

«Vede, è insolito per la nostra compagnia permettere a una persona con biglietto di classe economica di sedersi in prima classe. Ma, viste le circostanze, il comandante pensa che sarebbe scandaloso obbligare qualcuno a sedersi a fianco di una persona sgradevole».
E, rivolgendosi al nero, l'hostess prosegue:

«Quindi, signore, se lo desidera, prenda il suo bagaglio a mano, che un posto in prima classe la attende... ».
E tutti i passeggeri vicini che, allibiti, avevano assistito alla scenata della signora, si sono alzati applaudendo.
"Sono nato non per partecipare all'odio, ma per partecipare all'amore" (Sofocle).

                                             
                                                                                 

Il miraggio


Un uomo si era perso nel deserto.  
Esaurita la scorta di viveri e di acqua, si trascinava penosamente sulle ghiaie roventi. 
Improvvisamente vide davanti a sé delle palme e udì un gorgoglio d'acqua.  
Ancora più sconfortato pensò: 
"Questo è un miraggio. La mia fantasia mi proietta davanti i desideri profondi del mio subconscio. 
Nella realtà non c'è assolutamente niente".  
Senza più speranza, vaneggiando, si abbandonò esanime al suolo.

Poco tempo dopo, lo trovarono due beduini.  
Il poveretto era ormai morto.

"Ci capisci qualcosa?", disse il primo. 
"Così vicino all'oasi, con l'acqua a due passi e i datteri che quasi gli cadevano in bocca! Com'è possibile?".

Scuotendo il capo, l'altro disse: "Era un uomo moderno, senza fede".




L'ottimista

 Leandro è il tipo di persona che ti fa piacere odiare perché è sempre di buon umore ed ha sempre qualcosa di positivo da dire. Quando qualcuno gli chiede come va, lui risponde:
"Se andasse meglio di così, sarei due persone!" E' un'ottimista.

Se un suo amico ha un giorno nero, Leandro riesce sempre a fargli vedere il lato positivo della situazione.
Vederlo mi incuriosiva e così un giorno gli chiesi:
"Io non capisco, non è possibile essere ottimista ogni giorno, come fai?"
Mi rispose: "Ogni giorno mi sveglio e mi dico, oggi avrò due possibilità. Posso scegliere di essere di buon umore o posso scegliere di essere di cattivo umore. E scelgo di essere di buon umore. Quando qualcosa di brutto mi accade, io posso scegliere di essere una vittima o d'imparare da ciò. Ed io scelgo d'imparare.
Ogni volta che qualcuno viene da me a lamentarsi per qualcosa, io posso scegliere di accettare le lamentele, o posso scegliere di aiutarlo a vedere il lato positivo della vita. Ed io scelgo il lato positivo della vita."

"Ma non è sempre cos' facile" gli dissi. "Si lo è" disse Leandro "La vita è tutta una questione di scelte. Quando tagli via tutto ciò che non conta, e tutta una questione di scelte. Sta a te scegliere come reagire alle situazioni, sta a te decidere come lasciare che gli altri influenzino il tuo umore. Tu scegli se essere di buon umore o di cattivo umore. Alla fine sei tu a decidere come vivere la tua vita"

Dopo quella conversazione ci perdemmo di vista, ma spesso mi ritrovai a pensare alle sue parole, quando dovevo fare una scelta nella mia vita, invece di reagire negativamente agli eventi.

In seguito venni a sapere che Leandro aveva avuto un brutto incidente, era caduto da 18 metri di altezza, e dopo 12 ore di sala operatoria fu rilasciato dall'ospedale con una piastra d'acciaio nella schiena. Sono andato a trovarlo e gli ho chiesto come si sentisse:
"Se stessi meglio sarei due persone" rispose "vuoi vedere le mie cicatrici?"
"Ma come fai?" gli chiesi "ad essere così positivo dopo quello che ti è successo?"

"Mentre stavo cadendo, la prima cosa a cui ho pensato sono stati i miei figli. Poi mentre giacevo per terra, mi sono detto che potevo scegliere di vivere o di morire. Ed ho scelto di vivere"

"Ma non hai mai avuto paura?"

"Sì quando mi hanno portato in ospedale ed ho visto l'espressione sul viso dei medici, ho avuto paura, perché era come se guardassero ad un uomo morto. Poi l'infermiera mi ha chiesto se avessi allergie, ed io risposi...”Sì.” Tutti mi guardarono ed io urlai: “Sono allergico alla... gravità!”, Tutti scoppiarono a ridere, ed io dissi: “Ed ora operatemi da uomo vivo, non come se fossi già morto"

Leandro mi ha insegnato che ogni giorno abbiamo la possibilità di scegliere di vivere la vita… 
Quindi è inutile preoccuparsi sempre per il domani, perché ogni giorno ha i suoi problemi su cui scegliere di vivere, e domani penseremo ai problemi di domani. Dopo tutto oggi è il domani di cui ti preoccupavi ieri.




Dillo oggi...


C'era una volta un ragazzo nato con una grave malattia...Una malattia di cui non si conosceva la cura... Aveva 17 anni, ma poteva morire in qualsiasi momento... Visse sempre in casa sua, con l'assistenza di sua madre... Stanco di stare in casa, decise di uscire almeno una volta... Chiese il permesso a sua madre. Lei accettò. Camminando nel suo quartiere vide diversi negozi. Passando per un negozio di musica, guardando dalla vetrina, notò la presenza di una tenera ragazza della sua età. Fu amore a prima vista. Aprì la porta ed entrò guardando nient'altro che la ragazza. Avvicinandosi poco a poco, arrivò al bancone dove c'era la 
ragazza. Lei lo guardò e gli disse sorridente: "Posso aiutarti?" Nel frattempo egli pensava che era il sorriso più bello che avesse mai visto nella sua vita. Nello stesso istante sentì il desiderio di baciarla. 
Balbettando le disse: "Si, ehm, uh...mi piacerebbe comprare un CD". Senza pensarci, prese il primo che vide e le diede i soldi. "Vuoi che te lo impacchetti?" - Chiese la ragazza sorridendo di nuovo. Egli rispose di si annuendo; lei andò nel magazzino, tornò con il pacchetto e glielo consegnò. Lui lo prese ed uscì dal negozio.

Tornò a casa e da quel giorno in poi andò al negozio ogni giorno per comprare un cd. 
Faceva fare il pacchetto sempre alla ragazza e poi tornava a casa per riporlo nell'armadio.

Egli era molto timido per invitarla ad uscire e nonostante provasse non ci riusciva. Sua madre si interessò alla situazione e lo spronò a tentare, così egli il giorno seguente si armò di coraggio e si diresse al negozio. Come tutti i giorni comprò un altro cd e come sempre lei gli fece una confezione. Lui prese il cd e, in un momento in cui la ragazza era distratta, posò rapidamente un foglietto con il suo numero di telefono sul bancone; dopo di che uscì di corsa dal negozio.

Drin !!! Sua madre rispose al telefono: "Pronto?", era la ragazza che chiedeva di suo figlio; la madre afflitta cominciò a piangere mentre diceva: "Non lo sai?...è morto ieri". Ci fu un silenzio prolungato interrotto dai lamenti della madre. Più tardi la madre entrò nella stanza del figlio per ricordarlo. Decise di iniziare dal guardare tra la sua roba. Aprì l'armadio. Con sorpresa si trovò di fronte ad una montagna di cd impacchettati. Non ce ne era nemmeno uno aperto. Le procurò una curiosità vederne tanti che non resistette: ne prese uno e si sedette sul letto per guardarlo;facendo ciò, un biglietto uscì dal pacchettino di plastica.. La madre lo raccolse per leggerlo, diceva: "Ciao!!! Sei carino ! Ti andrebbe di uscire con me?? TVB...Sofia." La madre emozionata ne aprì altri e trovò altri bigliettini: tutti dicevano la stessa cosa.

Questa è la vita, non aspettare troppo per dire a qualcuno di speciale quello che senti. Dillo oggi stesso. Domani potrebbe essere troppo tardi. 




Disgrazie


Un contadino aveva un vecchio asino, che un giorno cadde in un pozzo ormai secco. 
L'asino piangeva a dirotto mentre il contadino cercava di tirarlo fuori dal pozzo. 
Ma, il contadino, non riuscendoci, decise di abbreviare le sofferenze dell'asino coprendolo di terra. 
Chiese aiuto ad altri contadini e tutti insieme cominciarono a riempire il pozzo. 
Il povero asino, vedendo piovere zolle di terra scoppiò in un pianto irrefrenabile. 
Poi il pianto cessò e quando il contadino trovò il coraggio di guardare in fondo al pozzo...... con grande sorpresa vide che l'asino era ancora vivo e, scrollandosi di dosso ogni palata di terra, la pressava e la utilizzava come un gradino. 
A ogni zolla di terra, saliva e si avvicinava al bordo del pozzo, dal quale alla fine riuscì a uscire con un ultimo balzo. 
I contadini, allibiti, restarono a guardarlo mentre riprendeva a trottare felice. 
Come l'asino, quando la vita ci butta in pozzi neri sta a noi cercarne di uscirne fuori utilizzando le stesse disgrazie capitateci.

Ricordiamo la massima di Nietzsche: "Tutto ciò che non mi uccide mi giova"




Favola d'Amore


“Pictor divenne albero. 
Penetrò con le radici nella terra, si allungò verso l'alto, foglie e rami germogliarono dalle sue membra. 
Era molto contento. 
Con fibre assetate succhiò nelle fresche profondità della terra e con le sue foglie sventolò alto nell'azzurro. Insetti abitavano nella sua scorza, ai suoi piedi abitavano il porcospino e il coniglio, tra i suoi rami gli uccelli.

L'albero Pictor era felice e non contava gli anni che passavano. 
Passarono molti anni prima che si accorgesse che la sua felicità non era perfetta. 
Solo lentamente imparò a guardare con occhi d'albero. 
Finalmente poté vedere, e divenne triste.

Vide infatti che intorno a lui nel paradiso gran parte degli esseri si trasformava assai spesso, che tutto anzi scorreva in un flusso incantato di perenni trasformazioni. 
Vide fiori diventare pietre preziose o volarsene via come folgoranti colibrì. 
Vide accanto a sé più d'un albero scomparire all'improvviso: uno si era sciolto in fonte, un altro era diventato coccodrillo, un altro ancora nuotava fresco e contento, con grande godimento, come pesce allegro guizzando, nuovi giochi in nuove forme inventando. 
fanti prendevano la veste di rocce, giraffe la forma di fiori.

Lui invece, l'albero Pictor, rimaneva sempre lo stesso, non poteva più trasformarsi. 
Dal momento in cui capì questo, la sua felicità se ne svanì: cominciò ad invecchiare e assunse sempre più quell' aspetto stanco, serio e afflitto, che si può osservare in molti vecchi alberi. 
Lo si può vedere tutti i giorni anche nei cavalli, negli uccelli, negli uomini e in tutti gli esseri: quando non possiedono il dono della trasformazione, col tempo sprofondano nella tristezza e nell'abbattimento, e perdono ogni bellezza.   
          
                                                                                                            ( Herman Hesse estratto)        


Il valore


Marco, con la faccia triste e abbattuta, si ritrovò con la sua amica Francesca in un bar per prendere un caffè. 
Depresso, scaricò su di lei tutte le sue preoccupazioni sul lavoro, sui soldi, sui suoi rapporti sentimentali e via dicendo. Tutto sembrava andar male nella sua vita. 
Francesca introdusse la mano nella borsa, prese un biglietto da 100 EURO e gli disse:
- Vuoi questo biglietto? 
Marco, un po' confuso, all'inizio le rispose:
- Certo Francesca... sono 100 EURO, chi non li vorrebbe? 
Allora Francesca prese il biglietto in una mano, lo strinse forte fino a farlo diventare una piccola pallina. Mostrando la pallina accartocciata a Marco, gli chiese un'altra volta:
- E adesso, lo vuoi ancora? 
-Francesca, non so cosa intendi con questo, però continuano ad essere 100 EURO. Certo che lo prenderò anche così, se me lo dai. 
Francesca spiegò il biglietto, lo gettò al suolo e lo stropicciò ulteriormente con il piede , riprendendolo quindi sporco e segnato. 
-Continui a volerlo?
-Ascolta Francesca, continuo a non capire dove vuoi arrivare, rimane comunque un biglietto da 100 EURO, e finchè non lo rompi,conserva il suo valore....
-Marco, devi sapere che anche se a volte qualcosa non esce come vuoi, anche se la vita ti piega o accartoccia, continui a essere tanto importante come lo sei stato sempre... Quello che devi chiederti è quanto vali in realtà, e non quanto puoi essere demoralizzato in un particolare momento. 
Marco si bloccò guardando Francesca senza dire una parola, mentre l'impatto del messaggio entrava profondamente nella sua testa. 
Francesca mise il biglietto spiegazzato di fianco a lui, sul tavolo, e con un sorriso complice disse: -Prendilo, ritiralo perchè ti ricordi di questo momento quando ti senti male... però mi devi un biglietto nuovo da 100 EURO per poterlo usare con il prossimo amico che ne abbia bisogno. 
Gli diede un bacio sulla guancia e si allontanò verso la porta. 
Marco tornò a guardare il biglietto, sorrise, lo guardò e con una nuova energia chiamò il cameriere per pagare il conto...
Quante volte dubitiamo del nostro valore, di cosa meritiamo veramente e che possiamo conseguirlo se ce lo promettiamo? 
Certo che non basta con il solo proposito... Si richiede azione ed esistono molte strade da seguire.


Ora rifletti bene. Cerca di rispondere a queste domande:


1 - Nomina le dieci persone più ricche del mondo. 
2 - Nomina le tre ultime vincitrici del concorso Miss Universo. 
3 - Nomina dieci vincitori del premio Nobel. 
4 - Nomina i cinque ultimi vincitori del premio Oscar come miglior attore o attrice. 

Come va? Male? 
Non preoccuparti. Nessuno di noi ricorda i migliori di ieri. 
E gli applausi se ne vanno! E i trofei si impolverano! I vincitori si dimenticano! 

Adesso rispondi a queste altre:

1 - Nomina 3 professori che ti hanno aiutato nella tua formazione. 
2 - Nomina 3 amici che ti hanno aiutato in tempi difficili.
3 - Pensa ad alcune persone che ti hanno fatto sentire speciale. 
4 - Nomina 5 persone con cui passi il tuo tempo. 

Come va? Meglio? 
Le persone che segnano la differenza nella tua vita non sono quelle con le migliori credenziali, con molti soldi, o i migliori premi... 
Sono quelle che si preoccupano per te, che si prendono cura di te, quelle che ad ogni modo stanno con te. 
Rifletti un momento. 
La vita è molto corta! 
Tu, in che lista sei? Non lo sai?
...Permettimi di darti un aiuto:
Non sei tra i famosi, però sei tra quelli che sono importanti per tante persone a te vicine, 
senza che tu te ne renda conto.

Qualche anno fa, alle Paraolimpiadi di Seattle, nove atleti, tutti mentalmente o fisicamente disabili erano pronti sulla linea di partenza dei 100 metri. 
Allo sparo della pistola, iniziarono la gara, non tutti correndo,ma con la voglia di arrivare e vincere. Mentre correvano, un piccolo ragazzino cadde sull'asfalto, fece un paio di capriole e cominciò a piangere. 
Gli altri otto sentirono il ragazzino piangere. 
Rallentarono e guardarono indietro. 
Si fermarono e tornarono indietro.....ciascuno di loro. 
Una ragazza con la sindrome di Down si sedette accanto a lui e cominciò a baciarlo e a dire:
-Adesso stai meglio?
Allora, tutti e nove si abbracciarono e camminarono verso la linea del traguardo. 
Tutti nello stadio si alzarono, e gli applausi andarono avanti per parecchi minuti. 
Persone che erano presenti raccontano ancora la storia. 
Perché? 
Perché dentro di noi sappiamo che: 
La cosa importante nella vita va oltre il vincere per se stessi. 
La cosa importante in questa vita è aiutare gli altri a vincere, anche se comporta rallentare e cambiare la nostra corsa.




Le cose non sempre sono come sembrano

Due angeli in viaggio fecero una sosta, per passare la notte, nella casa di una famiglia benestante. 
Questa famiglia si dimostrò scortese e rifiutò di accogliere gli angeli nella camera degli ospiti della casa padronale. Fu loro accordato, invece, un piccolo posticino nel freddo della cantina. 
Quando fecero per sdraiarsi sul duro pavimento, l'angelo più anziano vide un buco nella parete e lo riparò. Quando l'angelo più giovane chiese il perchè quello più anziano rispose: 
-Le cose non sempre sono come sembrano.

La notte successiva, i due angeli trovarono ospitalità nella casa di un contadino e di sua moglie, poveri ma molto ospitali. Dopo aver condiviso con i due angeli il poco cibo che avevano, il contadino e sua moglie fecero dormire i due angeli nel loro letto, dove dormirono beatamente.
Il mattino dopo, con il sorgere di un sole radioso, i due angeli trovarono il contadino e sua moglie in lacrime. La loro unica mucca, il cui latte era il loro unico sostentamento, era stesa morta sul prato. 
L'angelo più giovane s'arrabbiò e chiese a quello più anziano perchè egli aveva lasciato accadere tutto ciò? ---La prima famiglia aveva tutto e ciò nonostante l'hai aiutata-disse in tono accusatorio -La seconda famiglia aveva ben poco e tu gli hai lasciato morire la mucca-. 
-Le cose non sempre sono come sembrano- disse l'angelo più anziano.

-Quando noi riposavamo nella fredda cantina della casa padronale, mi accorsi che c'era dell'oro nel buco della parete. Poichè il proprietario era così ingordo ed avaro e non voleva condividere la sua buona sorte, ho sigillato la parete affinchè egli non potesse più trovarlo.

Quando noi dormivamo la notte scorsa nel letto del contadino, vidi l'angelo della morte venire a prendere sua moglie. Al suo posto gli ho dato la mucca.

"Le cose non sempre sono come sembrano" 
Talvolta è proprio quello che succede se le cose non evolvono come dovrebbero. Se tu hai fiducia devi semplicemente prendere atto del fatto che ogni avvenimento è per te positivo. Potresti non rendertene conto prima che sia passato un po’ di tempo. 


Il destino

Un grande guerriero giapponese che si chiamava Nobunaga decise di attaccare il nemico sebbene il suo esercito fosse numericamente soltanto un decimo di quello avversario.

Lui sapeva che avrebbe vinto, ma i suoi soldati erano dubbiosi.
Durante la marcia si fermò a fin tempio shintoista e disse ai suoi uomini: 
- Dopo aver visitato il tempio butterò una moneta. Se viene testa vinceremo, se viene croce perderemo. Siamo nelle mani del destino".
Nobunaga entrò nel tempio e pregò in silenzio. 
Uscì e gettò una moneta. Venne testa. 
I suoi soldati erano così impazienti di battersi che vinsero la battaglia senza difficoltà.
-Nessuno può cambiare il destino- disse a Nobunaga il suo aiutante dopo la battaglia.
- No davvero - disse Nobunaga, mostrandogli una moneta che aveva testa su tutte e due le facce.

Non possiamo cambiare certi aspetti del destino, ma, per quanto riguarda le nostre scelte e il nostro impegno, tutto dipende da noi. 
È vero che i condizionamenti ci sono stati per lo più instillati dagli altri, ma è anche vero che, da un certo punto in avanti, da quando cioé ne diventiamo consapevoli, saremo noi a decidere come affrontarli, se accettarli o liberarcene.
                 
                                                                
 
          
Carpe diem


Un uomo stava camminando nella foresta quando s'imbatté in una tigre. 
Fatto dietro-front precipitosamente, si mise a correre inseguito dalla belva. 
Giunse sull'orlo di un precipizio, ma per fortuna trovò da aggrapparsi al ramo sporgente di un albero.
Guardò in basso, e stava per lasciarsi cadere, quando vide sotto di sé un'altra tigre. 
Come se non bastasse, arrivarono due grossi topi, l'uno bianco e l'altro nero, che incominciarono a rodere il ramo.
Ancora poco e il ramo sarebbe precipitato.
Fu allora che l'uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola. 
Tenendosi con una sola mano, con l'altra staccò la fragola e la mangiò.
Com'era dolce!


Questo aneddoto illustra la capacità di vivere qui ed ora, di cogliere l'attimo fuggente.


Tra le opposte esigenze, tra l'essere e il nulla, tra la vita e la morte, rifiutando tanto lo sconforto quanto l'esaltazione, bisogna gustare la dolcezza di un semplice frutto, di un semplice istante, lasciando perdere sia i ricordi sia le preoccupazioni per il futuro. Anche se ci troviamo sull'orlo di un precipizio, questo momento è tutto il nostro tempo. 
Solo la nostra mente, con le sue previsioni e le sue anticipazioni, ce lo può distruggere.      



Il lupo

Un bambino alla nonna... 
“Nonnina mia, ho due Lupi qua proprio nel petto; 
uno affamato d'amore e l'altro affamato di morte. 
Dimmi nonnina mia chi vincerà...?” 
“Nipotino mio, vincerà il lupo...a cui darai nutrimento.” 
                                                                                                                  (Anonimo)        



 



Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:

- Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà. 
    E per questo, bisognerà che tu la perdoni.

- Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.

- Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.

- Che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.

- Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.

- Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.

- Che la pazienza richiede molta pratica.
- Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
- Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti.

- Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto te stesso.

- Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.

- Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.

- Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.

- Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.

- Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.

- La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti che è come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.

- E' vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.

- Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.

- Non cercare le apparenze, possono ingannare. Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi. Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.

- Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
- Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni
per abbracciarlo davvero!
- Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.

- Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.

- Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.

- Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.

- Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e i tuoi dolori.

- Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano. Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride e ognuno intorno a te piange.

- Quando un uomo vuole qualcosa, deve essere consapevole di stare correndo un rischio. Ma è proprio questo a rendere la vita interessante.

- Magari fossimo tanto illuminati da sentire il silenzio!

- Non é necessario scalare una montagna per sapere se è alta.

- Il Buon Combattimento è quello che viene intrapreso in nome dei nostri sogni.

- Un nemico rappresenta sempre il nostro lato debole. Può essere la paura del dolore fisico ma anche la sensazione prematura della vittoria, oppure il desiderio di abbandonare il combattimento pensando che non ne valga la pena.

- Non cercare di sfoggiare il coraggio quando basta l'intelligenza.

- Ogni essere umano ha dentro di sé qualcosa di più importante di se stesso: il proprio dono.

- Scegliere un cammino significa abbandonare gli altri. Se si vogliono percorrere tutti i cammini possibili si finisce per non percorrerne nessuno.

- Sono tante le cose che perdiamo per la paura di perderle.

- Quanto più capisci te stesso, tanto più capirai il mondo.

- Il cammino della saggezza consiste nel non aver paura di commettere errori.

- Il Bene e il Male hanno la stessa faccia. Tutto dipende dal momento in cui attraversano il cammino di ogni essere umano.

- Il vero io è quello che tu sei non quello che hanno fatto di te.

- Sii come la fonte che trabocca e non come la cisterna che racchiude sempre la stessa acqua.

- Quando si rimanda il raccolto, i frutti marciscono, ma quando si rimandano i problemi, essi non cessano di crescere.

- Cogli ogni opportunità che la vita ti dà, perché, se te la lasci sfuggire, ci vorrà molto tempo prima che si ripresenti.

- Quando un uomo cammina incontro al proprio destino, spesso è costretto a cambiare direzione.

- Il dono appartiene a chi lo accetta. Basta solo credere e non avere paura di commettere errori.

- Nessun giorno è uguale all'altro, ogni mattina porta con sé un particolare miracolo, il proprio momento magico, nel quale i vecchi universi vengono distrutti e si creano nuove stelle. Dio, nella sua infinita saggezza, ha nascosto l'inferno in mezzo al paradiso per fare in modo che stessimo sempre attenti. Chi presta attenzione al proprio giorno, scopre l'istante magico. L'istante magico è quel momento in cui un sì o un no può cambiare tutta la nostra esistenza.
                                                                            (Paulo Coelho)






Ho imparato...

Ho imparato...
che nessuno è perfetto.
Finché non ti innamori.
Ho imparato... che la vita è dura...
Ma io di più!!!
Ho imparato...
che le opportunità non vanno mai perse.
Quelle che lasci andare tu....
le prende qualcun altro.
Ho imparato...
che quando serbi rancore e amarezza
la felicità va da un'altra parte.
Ho imparato...
Che bisognerebbe sempre usare parole buone....
Perchè
domani forse si dovranno rimangiare.
Ho imparato...
che un sorriso
è un modo economico per migliorare il tuo aspetto.
Ho imparato...
che non posso scegliere come mi sento...
Ma posso sempre farci qualcosa.
Ho imparato...
che quando tuo figlio
appena nato tiene il tuo dito nel suo piccolo pugno...
ti ha agganciato per la vita.
Ho imparato...
che tutti vogliono vivere in cima alla montagna...
Ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la  scali.
Ho imparato...
che bisogna godersi
il viaggio e non pensare solo alla meta.
Ho imparato...
che è meglio dare consigli solo in due
circostanze...
Quando sono richiesti e quando ne dipende la vita.
Ho imparato...
che meno tempo spreco...
più cose faccio.









Parole passate alla storia

Nell'antica Roma, all'epoca dell'imperatore Tiberio, viveva un uomo di grande bontà, che aveva due figli: il primo era militare, dopo essere entrato nell'esercito, era stato inviato nelle regioni più lontane dell'Impero. L'altro figlio era poeta e incantava tutta Roma con i suoi versi magnifici. Una notte il vecchio fece un sogno. Gli apparve un angelo annunciandogli che le parole di uno dei suoi figli sarebbero state conosciute e ripetute nel mondo intero, per tutte le generazioni a venire. Quella notte, il vecchio si svegliò pieno di gratitudine, piangendo perchè la vita era generosa e gli aveva rivelato una cosa che ogni padre sarebbe stato fiero di conoscere. Poco tempo dopo, il vecchio morì nel tentativo d salvare un bambino che stava per essere schiacciato dalle ruote di un carro. Poichè si era comportato in maniera corretta e giusta per tutta la vita, salì direttamente in cielo, dove incontrò l'angelo che gli era apparso in sogno. "Sei stato un uomo buono, gli disse l'angelo. hai vissuto la tua vita con amore e sei morto con dignità. Adesso posso realizzare qualunque desiderio tu abbia". disse il vecchio "quando mi sei apparso in sogno, ho avvertito che tutti i miei sforzi erano giustificati. Perchè i versi di mio figlio rimarranno fra gli uomini per i secoli futuri. Non ho nulla da chiedere per me: ogni padre, tuttavia, sarebbe orgoglioso di vedere la fama di qualcuno di cui si è preso cura quando era bambino, e che ha educato da giovane. Mi piacerebbe conoscere, nel lontano futuro, le parole di mio figlio. L'angelo sfiorò la spalla del vecchio e tutti e due furono proiettati in un  futuro lontano. Comparve intorno a loro un luogo immenso, gremito di migliaia d persone, che parlavano una lingua strana. "Sapevo che i versi di mio figlio poeta erano belli e immortali, disse rivolto all'angelo, fra le lacrime. "Vorrei che mi dicessi quale delle sue poesie queste persone stanno recitando". L'angelo rispose:" I versi di tuo figlio poeta sono stati molto popolari a Roma, piacevano a tutti e tutti si divertivano. Ma quando il regno d Tiberio ebbe fine, anche i suoi versi furono dimenticati. Queste sono le parole di tuo figlio che è entrato nell'esercito". Il vecchio guardò l'angelo con sorpresa. "Tuo figlio è andato militare in un luogo distante ed è diventato centurione. Era anche uomo giusto e buono. Un pomeriggio, uno dei suoi servi si ammalò e stava per morire. Tuo figlio avendo sentito parlare di un Maestro che guariva gli ammalati, camminò per giorni e giorni in cerca di quell' uomo. Strada facendo, scoprì che l'uomo di cui andava in cerca era il Figlio d Dio. Incontrò altre persone che erano state guarite da lui, apprese i suoi insegnamenti e, pur essendo un centurione romano si convertì alla sua fede. Finché una mattina giunse al cospetto del Maestro. Gli raccontò del servo ammalato. E il Maestro si offrì d riaccompagnarlo fino a casa. Ma il centurione era un uomo di fede e guardandolo nel profondo degli occhi, capì di trovarsi al cospetto del Figlio d Dio, quando tutti intorno a loro si alzarono. “Queste sono le parole d tuo figli - disse l'angelo al vecchio - sono le parole che pronunciò davanti al Maestro in quel momento e che non furono mai più dimenticate:
SIGNORE IO NON SONO DEGNO CHE ENTRI NELLA MIA CASA,                                               MA DI' SOLTANTO UNA PAROLA E IL MIO SERVO SARA' SALVO.





Dio non sbaglia mai 
Un re che non credeva nella bontà di Dio, aveva un servo che in ogni circostanza gli diceva: Mio re, non si scoraggi perché tutto ciò che Dio fa è perfetto, Dio non si sbaglia! Un giorno i due andarono a caccia e un animale selvatico aggredì il re. Il servo riuscì ad uccidere l’animale, ma non a impedire che il re perdesse il dito della mano. Furioso e senza nessun sentimento di riconoscenza per essere stato salvato disse: “Dio è buono? Se fosse buono io non sarei stato aggredito e non avrei perso il dito di una mano”. Il servo rispose: Mio re, al di là di tutte queste cose, posso solo dirle che Dio è buono; e Lui sa il perché di tutte le cose. Ciò che Dio fa è perfetto. Mai si sbaglia. Indignato per la risposta, il re fece arrestare il suo servo. Dopo qualche tempo, il re andò di nuovo a caccia e fu rapito da un gruppo di “primitivi” che facevano sacrifici umani. Quando il re era già sull’altare pronto ad essere ucciso, i “primitivi” si resero conto che era senza un dito. Subito lo lasciarono libero: non era perfetto e non poteva essere offerto agli dei. Di ritorno a palazzo, il re fece liberare il suo servo e lo ricevette con molto affetto. Mio servo, Dio è stato molto buono con me! Non sono stato sacrificato proprio perché mi mancava un dito!Ho però un dubbio: Se Dio è così buono, perché ha permesso che tu, che tanto lo difendi, fossi incarcerato da me?Mio re, se io fossi venuto a caccia con lei, avrebbero catturato anche me insieme a lei, e io sarei stato sacrificato al suo posto, infatti non mi manca nessun dito. 




L’eco

"Un ragazzino e suo padre passeggiavano tra le montagne...
All'improvviso il ragazzino inciampò, cadde e, facendosi male, urlò :"AAAhhhhhhhhhhh!!!"
Con suo gran stupore il bimbo sentì una voce venire dalle montagne che ripeteva :
"AAAhhhhhhhhhhh!!!"
Con curiosità, egli chiese: "Chi sei tu?"
E ricevette la risposta: "Chi sei tu?"
Dopo il ragazzino urlò: "Io ti sento! Chi sei?"
E la voce rispose: "Io ti sento! Chi sei?"
Infuriato da quella risposta egli urlò: "Codardo"
E ricevette la risposta: "Codardo!"
Allora il bimbo guardò suo padre e gli chiese: "Papà, che succede?"
Il padre gli sorrise e rispose:"Figlio mio, ora stai attento:"
E dopo l'uomo gridò: "Tu sei un campione!"
La voce rispose: "Tu sei un campione!"
Il figlio era sorpreso ma non capiva.
Allora il padre gli spiegò: "La gente chiama questo fenomeno ECO ma in realtà è VITA.
La Vita, come un'eco, ti restituisce quello che tu dici o fai.
La vita non è altro che il riflesso delle nostre azioni.
Se tu desideri più amore nel mondo, devi creare più amore nel tuo cuore;
Se vuoi che la gente ti rispetti, devi tu rispettare gli altri per primo.
Questo principio va applicato in ogni cosa, in ogni aspetto della vita; la Vita ti restituisce ciò che tu hai dato ad essa.
La nostra Vita non è un insieme di coincidenze, è lo specchio di noi stessi.




Ricchezza e povertà

Un padre benestante portò il figlio in campagna per fargli vedere quanto fossero poveri i contadini.
Passarono un giorno e una notte nella casa di una famiglia di contadini molto povera. Ritornati in città, il padre chiese al figlio:
- Ti è piaciuto il viaggio?
- Molto papà.
- Hai visto come può essere povera la gente?
- Si, "papà"
- E che cosa hai imparato?
- Che noi abbiamo un cane e loro ne hanno quattro. Che noi abbiamo una piccola piscina in giardino e loro hanno tutto un fiume. Che noi abbiamo le lampadine e loro hanno le stelle. Che la nostra casa confina con quella del vicino e loro hanno davanti a casa tutto l'orizzonte. Loro hanno tempo per parlare e stare assieme, mentre tu e la mamma lavorate sempre e non vi vedo quasi mai.
Il padre rimase senza parole, mentre il figlio aggiungeva:
- Grazie per avermi fatto vedere come potremmo diventare ricchi anche noi!


Andiamo nel profondo della nostra coscienza e interroghiamola.Non prestiamo attenzione a ciò che fiorisce all’esterno, ma scendiamo fino alle radici dentro la terra.





L'orchestra e l'ottavino 

E' la storia di una orchestra famosa , conosciuta da tutti perché la loro musica era perfetta, speciale, unica, suonava melodie celestiali. In ogni posto dove suonava, c'era sempre tanta gente che andava d ascoltare questa musica fantastica. Era una orchestra grandissima, tanti suonatori, ogni strumento era lì a formare una perfetta armonia… c'erano arpe, violini, trombe, flauti, violoncelli...di tutto...tra questi ce n'era uno piccolo, più piccolo di una penna, si nascondeva tra le mani...l'ottavino, un piccolissimo strumento che emette un suono dolce e leggero…Ogni giorno l'orchestra faceva le prove per il concerto… un giorno erano tutti lì e i musicisti iniziarono a suonare...l'ottavino cominciò ad emettere il suo dolce suono, ma lì dove era messo in un angolo tra tutti gli altri strumenti, non si sentiva...il musicista cominciò a sentirsi inutile, aveva uno strumento che c'era o meno era per lui la stessa cosa...cominciò a pensare di non voleva più suonare... Una sera preparandosi per il concerto, il musicista penso: "non suonerò più, quando saremo tutti pronti a partire io farò finta di suonare, tanto nessuno lo noterà". Il concerto inizia, i musicisti si preparano, iniziano a suonare.....tutti suonano...in un angolo ecco il nostro musicista...è lì e fa finta di suonare.. Il maestro ad un certo punto ferma l'orchestra, si dirige dal musicista e gli chiede: "perché non stai suonando? Io non sento il suono dolce dell'ottavino.." Il musicista si sentì piccolo e intimidito gli rispose: "maestro… che ci faccio io qui, il mio strumento è piccolo e insignificante rispetto agli altri… mi sono sentito inutile.." Ma il maestro gli rispose: "Questa sera quando l'orchestra ha iniziato a suonare, io non ti ho sentito, mancava il suono del tuo strumento, le melodie erano incomplete...anche tu con questo piccolo strumento sei parte essenziale dell'orchestra per suonare delle splendide melodie.....SUONA!!"
Ci sono dei momenti nella nostra vita che ci sentiamo piccoli e inutili. Ma Dio ci ha posti dove siamo. E' lui che ha distribuito i compiti e ha dato i mezzi per eseguirli. Non sta a noi apprezzare l'importanza dei talenti che abbiamo ricevuto, siano essi tanti o pochi. Mettiamo semplicemente al suo servizio ciò che abbiamo ricevuto... Un piccolo strumento, ma indispensabile...questo siamo noi: degli strumenti che hanno un ruolo importante nell'opera del Signore.....facciamo sentire la nostra voce, traffichiamo i talenti che lui ci ha affidato... e portiamo ad altri il Suo amore...





La favola della gallina diligente

Una gallinella scavando nella sabbia, trovò due chicchi di grano. "Chi mi aiuta", esclamò, "a piantare il grano, così tutti noi avremo da mangiare a sufficienza?" Ma la mucca, l’anitra, il maiale e l’oca non ne avevano voglia. "Allora lo farò da sola !" disse la gallina. Quando i chicchi germogliarono, crebbero e divennero spighe mature, la gallinella propose ancora: "Aiutatemi almeno nel raccolto. Ce n’è per tutti." Ma l’anatra non voleva per una questione di principio, il maiale affermò che non era compito suo, la mucca rifiutò per raggiunti limiti di anzianità e l’oca trovò che le pretese della gallinella erano semplicemente asociali, anticomunitari. Allora la gallinella si trovò da sola a compiere il raccolto, lavorò tanto che le penne si incollavano per il sudore, si rallegrava pensando al momento in cui il grano raccolto sarebbe servito per cuocere il pane. Chiese ancora ai suoi compagni di cortile:" Chi mi aiuta a cuocere il pane?" "Dovrei fare lo straordinario", brontolò la mucca. L’anatra si lamentò: "Perderei la cassa integrazione". "Io sono un buono a nulla e non ho mai imparato niente", grufolò il maiale, mentre l’oca schiamazzò imbarazzata: "Se dovessi rimanere solo io ad aiutare, preferirei escludermi da sola dalla compagnia". Allora la gallinella cosse cinque pani croccanti, che mostrò poi con orgoglio agli altri. Tutti si meravigliarono e poi... ognuno volle la sua parte. Ma la gallinella disse: "Per mangiarli non ho bisogno del vostro aiuto." "Questo è strozzinaggio!" urlò la mucca. "Porcheria capitalistica!" protestò l’anatra. L’oca pretese: "Uguaglianza dei diritti!" E il maiale nel frattempo aveva disegnato degli striscioni di protesta che "tutti" innalzarono formando un corteo intorno alla gallinella. Arrivò allora un incaricato leader-responsabile degli animali ed ammonì la gallinella a smettere di essere così avara e vanitosa. Avrebbe dovuto invece rallegrarsi di essere in un sistema di libera imprenditoria, dove ognuno può guadagnare quanto vuole. In tal caso, non ci si deve poter sottrarre agli obblighi comunitari verso gli altri. La povera gallinella dovette ingoiare il rospo, e ... nella "fattoria" ritornò nuovamente la pace... Solo i vicini si meravigliarono del fatto che, da quel giorno in poi, la gallinella non cosse mai più il pane.
Morale della favola:
E’ difficile lavorare nella vigna del Signore, gomito a gomito con gli altri lavoratori...                           ma è necessario per costruire il Suo Regno, un Regno d’Amore.





Il vero significato della Pace

C'era una volta un re che propose di dare un premio a quell'artista che avrebbe dipinto il miglior ritratto della Pace. Molti artisti tentarono. Il re guardò tutti i ritratti, ma c'erano, secondo lui, solamente due che realmente fossero degli degni di essere premiati e che bisognava scegliere tra loro due. Un ritratto rappresentava un lago calmo. Il lago era un specchio perfetto dove si rispecchiavano montagne torreggianti tutte d'intorno. Per di più c'era un meraviglioso cielo azzurro con nuvole bianche come la lana e sembrava di esserci. Tutti vedevano questo ritratto e pensavano che era un ritratto perfetto per rappresentare la Pace. L'altro ritratto però aveva pure montagne, ma erano accidentate e spoglie. Sopra c'era un cielo adirato e perturbato come se stesse per scatenarsi la più tremenda perturbazione atmosferica, piena di lampi e fulmini. In basso, da un lato della montagna c'era una cascata che spumeggiava. Sembrava un quadro che non offriva alcun appiglio al tema della Pace. Ma quando il re guardava da vicino, lui vedeva dietro la cascata un piccolo cespuglio che cresceva in una fessura nella pietra. Nel cespuglio un uccello mamma aveva costruito il suo nido. Là, nel mezzo del cespuglio di quell'acqua effervescente, stava accoccolata quella femmina di uccello dentro il suo nido e in pace perfetta.
Quale ritratto pensate che vinse il premio? Il re scelse il secondo ritratto.
"Perché", spiegò il re, "la Pace non vuole dire essere in un luogo dove non c'è nessun rumore, nessuna preoccupazione, nessun lavoro duro. La pace vuole dire essere nel mezzo a tutte quelle cose e rimanere ancora calmi nel proprio cuore. Questo è il vero significato della pace."
Chiediamo nel segreto del nostro cuore, al Signore Padre buono e misericordioso, la pace del cuore, la gioia dell’anima: Lui nella nostra vita. Amen 




Le quattro mogli

C'era un ricco commerciante che aveva quattro mogli. Lui amava la sua quarta moglie più di tutte e l'adornava con vestiti eleganti e la trattava con tanta dolcezza. Si prendeva grande cura di lei, e non le faceva mancare nulla e le dava sempre il meglio di tutto. Amava moltissimo anche la terza moglie. Era molto orgoglioso di lei ed era sempre quella che mostrava ai suoi amici. Il commerciante temeva sempre comunque che lei fuggisse con gli altri uomini. Lui amava anche la sua seconda moglie. Era una persona molto premurosa, sempre paziente e confidente del commerciante. Ogni qualvolta il commerciante affrontava dei problemi, si rivolgeva sempre alla sua seconda moglie e lei riusciva ad aiutarlo e a farlo uscire dai momenti difficili. Ora, la prima moglie del commerciante era una partner molto fedele e aveva dato grandi contributi nel fargli mantenere la sua ricchezza e gli affari e la cura della famiglia. Comunque, il commerciante non amava la prima moglie ed anche se lei l'amava profondamente, lui non si prendeva cura di lei. Un giorno, il negoziante cadde ammalato. Di lì a poco, capì di stare in punto di morte. Pensò allora a tutta la sua vita agiata e disse fra sé e sé: "Ora ho quattro mogli con me. Ma quando io muoio, me ne andrò da solo. Come sarò solo! Così disse alla quarta moglie: "Io ti ho amato di più, ti ho dato i migliori vestiti e ho avuto la massima cura di te. Ora che io sto morendo, vuoi seguirmi e tenermi compagnia? " "In nessun modo! " rispose la quarta moglie e si allontanò senza altre parole. La risposta fu come una rasoiata nel cuore del commerciante. Egli allora tristemente chiese alla terza moglie, "Io ti ho tanto amato per tutta la mia vita. Ora che sto morendo, vuoi seguirmi e tenermi compagnia? " "Neanche per sogno!" rispose la terza moglie. "La vita qui è così bella! Quando morirai, subito mi sposerò di nuovo! " Il cuore del commerciante ebbe un sussulto e diventò gelido. Domandò poi alla seconda moglie, "Mi sono sempre rivolto a te per aiuto e tu sempre mi hai aiutato. Ora ho bisogno di nuovo del tuo aiuto. Ora che sto morendo, vuoi seguirmi e tenermi compagnia?" "Sono spiacente, ma non posso aiutarti. Tutt’al più posso provvedere al tuo funerale"La risposta arrivò come una deflagrazione devastante. Quand’ecco una voce che diceva: "Io verrò con te! E non mi preoccuperò di dove andrai"Il commerciante si girò intorno e vide la sua prima moglie…Era così magra e malnutrita!Grandemente si addolorò, ed esclamò "Mi sarei dovuto prendere più cura di te quando avrei potuto!"
Sembrerebbe azzardato ma anche noi abbiamo quattro mogli…
La quarta moglie è il nostro corpo. Nessun problema nello spendere tempo e denaro per farlo sembrare il meglio possibile, ma ci lascerà quando moriremo. La nostra terza moglie? I nostri possessi, lo status sociale e la ricchezza. Quando moriamo, essi andranno ad altri. La seconda moglie è la nostra famiglia e le amicizie. Nessun problema quando stavamo con loro. Provvederanno al mantenimento della tomba. La prima moglie è infine il nostro spirito, spesso trascurato nella nostra ricerca di ricchezza materiale e piacere sensuale. Indovina un po’? È veramente l'unica cosa che ci seguirà dovunque andremo. 
La luce
Una volta domandarono ad un povero cieco perché portava una lampada quando usciva di notte,visto che non poteva vedere la sua luce. Il cieco rispose: "La porto per far luce agli altri e affinché gli altri mi vedano."Camminiamo, dunque, in modo che le persone ricevano da noi sola benedizione; e l'attestazione che daranno in relazione a noi quando arriveremo alla casa del Padre sarà: "Tu fosti sempre un motivo di benedizione per me".




Conversazione dal barbiere

Ecco una risposta ad una persona che negava l’esistenza di Dio.Un credente andò dal barbiere per tagliarsi barba e capelli come al solito.Come sempre parlavano del più e del meno, senza mai toccare il problema della salvezza.Finalmente quel giorno se ne presentò l’occasione. Improvvisamente infatti il barbiere cominciò a dire: "Guarda quegli uomini, io non credo che Dio esista." "Perché dice così?! " Rispose il cliente."Bene, è così semplice! Se vai fuori, nella strada, lei comprenderà che Dio non esiste. Senta, mi dica, se Dio esistesse, ci sarebbero così tante persone ammalate? Ci sarebbero tanti bambini abbandonati? Se Dio esistesse, non ci sarebbero né sofferenza né dolore. Io non posso pensare di credere in un Dio che permette tutte di queste cose."Il cliente stette a pensare, ma non rispose.Il barbiere finì il suo lavoro ed il cliente lasciò il negozio.Appena pochi passi dal negozio però vide per strada un uomo con capelli e barba lunghi. Il suo aspetto era di una persona veramente trasandata e… soprattutto "capellona".Allora il cliente rientrò nel negozio del barbiere e gli disse: "Lo vedi quello?""Sì" rispose il barbiere."Bene, e sai che ti dico? Ti dico che i barbieri non esistono!""Ma come può dire che non esistono? " esclamò il barbiere sorpreso. "Allora io chi sono? Non sono un barbiere? Poco fa ti ho fatto barba e capelli!""No, mi dispiace, ma i barbieri non esistono, perché se esistessero non ci sarebbero persone con capelli lunghi lì fuori e loro avrebbero provveduto a tagliare i capelli a quell’uomo là fuori!""Ah, no, i barbieri esistono, se questo accade è perché le persone non vengono da me!""Precisamente! "- affermò il credente. "Questo è il punto! Dio esiste. Quello che accade a Dio è che le persone non vanno da Lui e non Lo cercano. Ecco perché c'è così tanto dolore e sofferenza nel mondo." 

             


                            
Il resto sbagliato

Molti anni fa un predicatore si trasferì a Houston, in Texas.
Alcune settimane dopo essere arrivato, ebbe l’occasione per andare con l'autobus dalla sua casa al centro. Quando si sedette, scoprì che il conducente, nel fargli il biglietto, gli aveva dato accidentalmente un quarto di dollaro in più. 
Allora lui considerò a pensare cosa fare, e così pensò di darlo indietro. Sarebbe stato sbagliato tenerlo. Poi però pensò, "Ma dai! E’ solo un quarto di dollaro. Chi si potrebbe preoccupare per questa piccola cifra? Di certo la società degli autobus già ha applicato una tariffa troppo alta; evidentemente stanno al riparo da ogni fallimenti. Di certo non fallirà per questo! Accettalo come un regalo da Dio e stai in pace". 
Quando arrivò il momento di scendere, si fermò alla porta e diede il quarto di dollaro al conducente e dicendo: "Guardi! Lei mi ha dato dei soldi in più!” 
Il conducente con un sorriso rispose: “Lei non è il nuovo predicatore in città? Io stavo già pensando ultimamente di andare a frequentare qualche altra chiesa, ma volevo ancora vedere quello che Lei avrebbe fatto se le avessi dato il resto sbagliato!” 
Quando quel conducente cominciò ad allontanarsi, trovai un posticino tranquillo per pregare e dissi: "O Dio, non ho venduto Tuo Figlio per un quarto di dollaro!”   
Le nostre vite sono l'unica Bibbia che alcune persone leggeranno! Per questo motivo assicuriamoci di fare sempre una corretta impressione sugli altri, secondo lo stile di Cristo. 











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